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Studio Angelo Bacchin

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Decreto lavoro e fringe benefit

I nuovi fringe benefits fino a 3000,00 €.

Il Decreto Lavoro, Dl 4 Maggio 2023 n.48, ha previsto l’innalzamento della soglia esentasse per i fringe benefit fino a 3000 euro per tutto il 2023 esclusivamente ai lavoratori dipendenti e ai collaboratori che abbiano nel loro nucleo figli a carico.

 L’agenzia delle Entrate ha pubblicato  la Circolare welfare n. 23 del 1 agosto 2023  nella quale chiarisce le modalità operative per l’applicazione dell‘art.40 del Decreto Lavoro (D.Legge 48 del 04/05/2023)

  • In deroga allarticolo 51, comma 3, prima parte del terzo periodo, del TUIR e limitatamente al solo periodo d’imposta 2023, viene previsto un nuovo limite massimo di esclusione dal reddito di lavoro dipendente e, analogamente all’articolo 12 del decreto-legge 9 agosto 2022, n. 115 (cd.Decreto Aiuti-bis) , include tra i fringe benefit concessi ai lavoratori anche «le somme erogate o rimborsate ai medesimi dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale». Al riguardo, si fa presente che, ai sensi dell’articolo 51, comma 3, del TUIR, rientrano nella nozione di reddito di lavoro dipendente anche i beni ceduti e servizi prestati al coniuge del lavoratore o ai familiari indicati nell’articolo 12 del TUIR. Al ricorrere dei requisiti previsti dall’articolo 40 del Decreto Lavoro, il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati al lavoratore, nonché le somme erogate o rimborsate per il pagamento delle utenze domestiche, pertanto, non concorrono, nel rispetto del limite di euro 3.000, a formare il reddito di lavoro dipendente. Al fine di evitare che si fruisca più volte di un beneficio in relazione alle medesime spese, le somme pagate per le utenze dal lavoratore dipendente nel 2023 che si riferiscono a consumi di competenza del 2022  già rimborsate o per le quali siano già state erogate le somme dal datore di lavoro in applicazione del citato articolo 12  non possono essere considerate ai fini della nuova agevolazione di cui all’articolo 40 del Decreto Lavoro.


CHI SONO I FIGLI FISCALMENTE A CARICO :

 

  • figli naturali, compresi i figli nati fuori del matrimonio riconosciuti, i figli adottivi affidati, che si trovano nelle condizioni previste dall’articolo 12, comma 2, del TUIR come di seguito spiegato:
  • figli conviventi che abbiano un reddito non superiore a euro 2.840,51 (per il computo di tale limite si considera il reddito al lordo degli oneri deducibili). Per i figli di età non superiore a ventiquattro anni, tale limite di reddito è elevato a euro 4.000,00;
  • in base al principio dell’unitarietà del periodo d’imposta, la condizione di figlio fiscalmente a carico deve essere verificata con riferimento al 31 dicembre di ogni anno. Pertanto, nella specie, trattandosi di un’agevolazione spettante per il solo anno d’imposta 2023, occorre verificare il superamento o meno del limite reddituale alla data del 31 dicembre 2023;
  • l’agevolazione in commento è riconosciuta in misura intera a ogni genitore, titolare di reddito di lavoro dipendente e/o assimilato, anche in presenza di un unico figlio, purché lo stesso sia fiscalmente a carico di entrambi. Qualora i genitori si accordino per attribuire l’intera detrazione per figli fiscalmente a carico a quello dei due che possiede il reddito complessivo di ammontare più elevato, ai sensi dell’articolo 12, comma 1, lettera c), del TUIR, la nuova agevolazione spetta a entrambi, in quanto il figlio è considerato fiscalmente a carico sia dell’uno sia dell’altro genitore. Il citato articolo 40 dispone, infatti, che, per beneficiare dell’esenzione, figli debbano trovarsi nelle condizioni previste dall’articolo 12, comma 2, del TUIR e non che il genitore fruisca della relativa detrazioneIn altri termini, con specifico riferimento alla possibilità di godere di tale beneficio da parte di entrambi i genitori lavoratori dipendenti, il testo normativo non pone limiti specifici, sempreché i figli possano essere considerati fiscalmente a carico di entrambi.

Come già chiarito con la circolare n. 35/E del 2022, i fringe benefit in questione possono essere corrisposti dal datore di lavoro anche ad personam senza dover rientrare in un Regolamento Welfare che coinvolga tutti i dipendenti o categorie omogenee.

L’ammontare complessivo dei fringe benefit in esame deve tener conto anche di quelli erogati dal datore di lavoro già dall’inizio del periodo d’imposta 2023.

 

LA DOCUMENTAZIONE NECESSARIA

 

  • dichiarazione da parte del lavoratore dipendente al datore di lavoro di avervi diritto, nella quale viene indicato il codice fiscale dell’unico figlio o dei figli fiscalmente a carico. Nel caso in cui manchi la dichiarazione del lavoratore dipendente, pertanto, l’agevolazione in commento non è applicabile. Al riguardo, non essendo prevista per norma una forma specifica, si ritiene che la mera dichiarazione, con indicazione dei figli fiscalmente a carico, possa essere effettuata secondo modalità concordate fra datore di lavoro e lavoratore.
  • Fermo restando che i sostituti d’imposta riconoscono l’agevolazione in base alle informazioni acquisite con la predetta dichiarazione del dipendente, si evidenzia che i lavoratori per i quali sono venuti meno i presupposti per il riconoscimento del beneficio (ad esempio perché i figli hanno, successivamente alla predetta dichiarazione, conseguito redditi di ammontare superiore ai limiti normativamente previsti per essere considerati fiscalmente a carico nell’anno 2023) sono tenuti a darne prontamente comunicazione al sostituto d’imposta.
  • In ogni caso è necessario conservare la documentazione (anche firmata digitalmente) comprovante l’avvenuta dichiarazione, ai fini di un eventuale controllo da parte degli organi competenti. 
  • L’esclusione si rende applicabile se il datore di lavoro acquisisce e conservi la documentazione attestante l’utilizzo delle somme da parte del dipendente conforme con la finalità per le quali sono state corrisposte; è irrilevante, invece, la circostanza che le somme erogate coprano o meno l’intero costo del pagamento.

 CUMULO CON IL BONUS CARBURANTI

 

Il regime dell’articolo 40 del Decreto Lavoro, limitato all’anno d’imposta 2023, rappresenta un’agevolazione ulteriore, diversa e autonoma, rispetto al bonus carburante di cui all’articolo 1, comma 1, del decreto-legge 14 gennaio 2023, n. 59, convertito, con modificazioni, dalla legge 10 marzo 2023, n. 23. Ne consegue che, al fine di fruire dell’esenzione da imposizione, i beni e i servizi erogati nel periodo d’imposta 2023 dal datore di lavoro a favore di ciascun lavoratore dipendente possono raggiungere un valore di euro 200 per uno o più buoni benzina e un valore di euro 3.000 per l’insieme degli altri beni e servizi (compresi eventuali ulteriori buoni benzina), nonché per le somme erogate o rimborsate per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale.

 

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